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Diverticoli e alimentazione
I diverticoli sono delle escrescenze, delle piccole sacche che possono svilupparsi in qualsiasi parte dell’apparato digerente, ma principalmente si manifestano lungo il colon, ovvero la parte finale dell’intestino, principalmente sul lato sinistro cioè lungo il tratto discendente e sigma. Nella maggior parte dei casi la presenza di diverticoli non causa nessun disagio, può capitare a volte però che si manifestino dolori e bruciori, stitichezza, gonfiori. In caso i problemi siano assenti o sporadici si parla di diverticolosi, se invece è presente una infiammazione si parla di diverticolite.
Cause
La causa principale dei diverticoli è l’aumento della pressione all’interno dell’intestino. Una dieta ricca di alimenti raffinati come farine e carni e povera di fibre protratta nel tempo, porta alla formazione di materiale fecale duro, compatto, a causa di una flora batterica intestinale impoverita. In questa condizione di disfunzione, i muscoli intestinali per reazione tendono a contrarsi maggiormente e così la pressione all’interno dell’intestino aumenta, con il rischio di sviluppare delle erniazioni, ossia delle piccole sacche, che vengono chiamate diverticoli. Pertanto all’inizio vi è stipsi, gonfiori e dolori, se si persevera con un’alimentazione scorretta e cattive abitudini di vita c’è la possibilità di sviluppare diverticoli.
Le fibre
Le fibre sono fondamentali in quanto aiutano il transito intestinale e migliorano il nutrimento e la salute dell’intestino, il quale potrà mantenersi maggiormente disteso a livello muscolare riducendo la possibilità di sviluppare erniazioni. Esistono due tipi di fibre: solubili e insolubili.
È evidente come i due tipi di fibra vadano a interagire positivamente su una condizione di diverticolosi: una migliore flora intestinale causerà meno gonfiori e una migliore assimilazione degli alimenti, mentre un più veloce transito intestinale abbasserà la pressione nell’intestino, combatterà la stitichezza ed eviterà il sopraggiungere di una diverticolosi e nel caso quest’ultima fosse già presente ne limiterà l’aggravamento e l’evoluzione in diverticolite.
La dieta nella diverticolosiObiettivo della dieta, quando i diverticoli non sono infiammati (fase di quiescenza), è la corretta funzionalità intestinale. Linee guida da seguire:
Verdura: con l’indicazione di apportare più fibra all’organismo. Vanno quindi privilegiate le specie più ricche: quindi agretti, asparagi, cavolfiore, carciofi, funghi, broccoli, melanzane, cicoria, patate. Ma c’è anche un altro elemento da curare: l’acqua, in quanto permette alle fibre che si è ingerito di formare feci più voluminose migliorando e velocizzando il transito quindi l’evacuazione. Le verdure che la trattengono meglio sono lattuga, radicchio, sedano e carote, zucchine e cipolle. Sono indicati anche i centrifugati di verdure. Quindi per rispondere al duplice obiettivo di accumulare fibre e acqua, non solo è consigliato il consumo di almeno una porzione di verdura a pranzo e a cena, cruda o cotta, ma anche di minestroni e passati di verdure, meglio se messi in tavola la sera.
Frutta: la scelta anche per la frutta può essere molto varia fra prugne, mele, mele cotogne, pere, arance, mandarini, albicocche, banane e frutta secca. È preferibile consumarla cruda, con la buccia (ben lavata) e ben masticata, ma va bene anche cotta o sotto forma di centrifuga filtrata. Meglio evitare quella contenente semini per non incorrere nella possibilità che possano insinuarsi all’interno di un diverticolo, come kiwi, fragole, fichi etc.
Cereali: devono essere integrali come orzo, farro, grano e riso.
Legumi: ottimi apportatori di fibra vanno consumati 2, 3 volte alla settimana. Essendo i legumi rivestiti di bucce abbastanza resistenti nel caso di diverticolosi è bene masticarli molto bene o ancora meglio consumarli passati o centrifugati.
La dieta nella diverticolite
I sintomi tipici della diverticolite sono forti dolori addominali, febbre, nausea, vomito, rapidi cambiamenti della funzionalità intestinale e aumento dei globuli bianchi nel sangue. Richiede sempre valutazione medica. A differenza di quanto consigliato per la diverticolosi, in tal caso la dieta deve essere semiliquida e molto povera di fibre, per evitare che il loro passaggio possa aumentare l’infiammazione dei diverticoli. A tal proposito, c’è da sottolineare che nel momento dell’infiammazione definita diverticolite, ossia quando un diverticolo va incontro a infiammazione, la dieta deve essere diversa. Infatti in caso di diverticolite esagerare con le fibre potrebbe peggiorare la situazione, quindi finché la situazione non è stabilizzata (ovvero si è passati dalla diverticolite alla diverticolosi) la quantità di frutta, verdura, cereali integrali e legumi va ridotta e secondo alcuni esperti azzerata. In questo lasso di tempo infatti la dieta dovrebbe essere prevalentemente liquida basata su passati di frutta e verdura.
Si consiglia quindi di:
I primi miglioramenti in genere si osservano dopo 2-3 giorni e consentono di passare gradualmente alla dieta abituale per la diverticolosi.
Stile di vita
Infine alcuni suggerimenti comportamentali. È raccomandato praticare una regolare attività fisica; sono sufficienti 20-30 minuti al giorno e un po’ di ginnastica che aiutano a mantenere tonici i muscoli della parete addominale, a migliorare la motilità intestinale e a ridurre il ristagno di feci nei diverticoli. Va evitato il fumo che è nemico (anche) dei diverticoli sia in fase di quiescenza sia soprattutto quando sono infiammati. Infine, ridurre il più possibile l’assunzione di farmaci anti-infiammatori ed aspirina (salvo se prescritti dal medico) perché aumentano il rischio di infiammazione e di complicazioni dei diverticoli.
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